Le Nostre Pastce
(Dalla prefazione di Maurilio Guercilena del libro “Le Storie di Gianni Baroni)
Come la memoria orale coagula il tempo, cos l’ing. Gianni Baroni ,
ha fermato spaccati di vita padana “levigandoli” con umanit e poesia.
Accanto alla Storia, quella dei grandi eventi, si dipana cosi un’altra storia, fatta di lunghe o lunghissime durate, nella quale il fascismo, la guerra, il dopoguerra stanno appena al dil degli eventi familiari delle “rescade”, dei carnevali.
“Le Storie” nascono dal profondo affetto che l’autore aveva per Montodine, i montodinesi e, pi in generale, per quell’epopea contadina depositaria di verit tanto semplici quanto profonde. L’atmosfera che vi si respira quella d’attri tempi e Baroniriesce a coinveolgerci indossando i panni dello spettatore: egli un cronista che non prevarica mai i suoi personaggi (tipi) ma sa scandagliare i loro animi con quella profondit che gli derivava dalle sue poliedriche esperienze di uomo e di artista.
Gianni Baroni guarda ai suoi personaggi con l’orgoglio di chi riconosce in essi le proprie radici; e la sua simpatia va ai galantuomini,agli istintivi, ai generosi mentre dedica irriverenti accenti ai bigotti, ai prepotenti e ai benpensanti, ligi soo al senso comune e alle convenzioni.
Cecco Bucassa,Popoiana,Celest… restano vivi nella memoria del lettore che avvinto dalle loro imprese, dalle loro sconfitte, dalle loro amicizie.
Il tono de “le Storie” volutamente affabulatorio ed il vocabolario, estremamente preciso, curato (sia nella lingua che nel dialetto) sopratutto nei particolari tecnici. Specie nei dialoghi, l’autore affida anche alle parole quel senso di risparmio che ha contraddistinto sempre ogni civilt contadina e che si cristalizzato nei tanti proverbi che Gianni Baroni mette in bocca ai suoi protagonisti. Lo stile a volte conciso, stringato, essenziale, tanto che nel passo in cui popoiana colpito a morte dai tedeschi si possono ritrovare stilemi neorealisti, quasi calviniani. In altre pagine, invece, si snodano periodi pi articolati ed armoniosi simili al volo della poiana di cui Baroni traccia righe indimenticabili.
Nel finale del libro si colgono una tristezza ed una nostalgia pi marcate: il giovane curatino l’emblema della nuova generazione incapace di assaporare lo spirito della vecchia e impreparata a coglierne l’eredit.
Noi ci auguriamo invece che tutti i lettori ricavino da “Le storie” una sorta di riflessione, di ripensamento perch – scrive Gianni Baroni- “quando la gente parla, qualcosa di vero in fondo c’ sempre.”